Il Borgo di Montjovet, scrigno di storia e tesori medievali

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Incassato tra la montagna e la Dora Baltea, e antico luogo di passaggio, il borgo medievale di Montjovet rappresenta una sorpresa tutta da scoprire

MONTJOVET E LA LEGGENDA DEL MONTE GIOVE

La storia di questo luogo è è antichissima. Numerosi ritrovamenti, quali incisioni rupestri in loc. Chenal, attestano che la zona fu abitata sin dall’epoca Neolitica.

Montjovet deve però il suo toponimo di origne latina, al “Mont Jovis” il monte dove i romani edificarono un piccolo tempio in onore della divinità e di cui oggi non resta traccia.
Di epoca romana sono inoltre numerose testimonianze tra le quali i resti di una una villa romana e almeno 5 tombe a cista.

Il territorio molto esteso, conobbe però il suo splendore nel Medioevo, con la costruzione di architetture sia militari, quali i castelli che civili. Appartenne a due famiglie importanti, di cui si ricorda la famiglia Chenal, nome che assumerà la località dove si eleva l’omonimo castello.

Nel 1771 il passaggio attraverso il borgo cadde in disuso per l’aperttua della strada sovrastante, una nuova via di comunicazione, “attaccata” alla nuda roccia, e voluta dai reali di casa Savoia per raggiunger le mete di villeggiatura a scopo turistico e termale.

 

IL BORGO (Bourg)

Situato in un punto strategico accanto alla Dora Baltea e dominato dall’alta rocca sulla quale si eleva il possente Castello Saint Germain, il borgo di Montjovet ebbe un ruolo importante di controllo della viabilità e di barriera doganale, soprattutto in epoca feudale.

Il suo antico passato si legge ancora oggi negli edifici sviluppatisi lungo la strada centrale interna e proprio per l’insieme di particolarità architettoniche ed artistiche è sicuramente uno dei borghi più pregevoli del medioevo in Valle d’Aosta.
Le dimore più antiche si notano per le bellissime finestre ad arco carenato e per la presenza di numerosi affreschi e scritte risalenti ad epoche diverse.

Spicca tra gli altri, l’edificio con l‘elegante portale datato 1585, che divennenel 1881 l’albergo per gli operai che lavorarorno per la realizzazione della ferrovia Ivrea – Aosta.

Tappa d’obbligo dei grandi itinerari, il luogo offriva riparo con gli Ospizi per pellegrini e viandanti , oggi in parte distrutti e che si situavano lungo la strada principale oltre che in vari punti del territorio.
Uno di questi, risalente al 1.300 era situato a ridosso della Chiesa di “Santa Maria” visibile ancora oggi nel borgo storico.

 

Borgo Montjovet albergo operai ferrovia

 


CURIOSITA’

Su alcune facciate degli edifici si notano ancora le cosi dette “Targhe incendio”, realizzate in ferro per conto delle Assicurazioni Generali Venezia, società reale.

Ciò significava che l’abitazione era assicurata contro i danni da incendio, quando ancora questa pratica non era così diffusa.

Le targhe furono fabbricate con vari metalli e di forme diverse e riportavano svariati stemmi e simboli, oltre al nome della Compagnia.

 

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I DINTORNI tra Rus, villaggi e castelli

I castelli militari di Saint Germain e Chenal, nome riferito alle località in cui sorgono, rivestirono un ruolo dominante per lo sbarramento ed il controllo dell’antica viabilità che conduceva verso i colli alpini.

Il primo vero e prorpio baluardo difensivo, è tra le più grandi fortificazioni della Valle d’Aosta.

Il secondo, posto in posizione più elevata era adibito a caserma e alloggio per le truppe, come costruzione d’appoggio e di riparo per i soldati.

Oggi questi due castelli sono ridotti a rudere ma conservano intatto tutto il fascino e la forza che li ha sempre caratterizzati.

 

RU D’ARLAZ

Come molti comuni della Valle d’Aosta che si estendono sul versante più soleggiato e arido, della sinistra orografica, anche il territorio di Montjovet ebbe la necessità di creare dei canali per l’rrigazione delle sue terre.
Il “Rus d’Arlaz” che si origina da Brusson, è molto antico. I primi lavori vennero eseguiti all’inizio del XV° sec.

Oggi molti di questi “rus” sono percorribili con facili sentieri sterrati e passeggiate immerse nella natura, offrendo scorci panoramici, come in questo, caso sulla valle centrale e sul Mont Avic.

 

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